La confessione del 17enne accusato dell’omicidio di Rosolino Celesia non convince gli inquirenti: cosa emerge da tre video.
Il 17enne fermato con l’accusa di aver assassinato Rosolino Celesia, il 22enne ucciso il 20 dicembre in una discoteca di Palermo, ha confessato il delitto. Tuttavia, la sua versione dei fatti non ha convinto gli inquirenti, che sospettano possa aver deciso di “coprire” un adulto.
L’omicidio di Lino Celesia
Nella serata del 20 dicembre scorso, Rosolino Celesia – ex calciatore della scuola Ribolla – si trovava nella discoteca Notr3 di Palermo, situata in via Cantieri. Qui, il 22enne è stato colpito da tre colpi di pistola che lo hanno ferito al torace e alla zona del collo.
Il giovane è stato subito trasferito d’urgenza in ospedale, ma qui è morto poco dopo a causa delle gravi ferite riportate. A chiamare aiuto sarebbe stato un 17enne che, allertando il 112, avrebbe confessato l’omicidio del ragazzo, avvenuto al culmine di un litigio.
Il presunto killer avrebbe dichiarato alla Polizia e i Carabinieri, giunti sul posto della sparatoria, di aver gettato in mare la pistola con cui ha commesso il delitto.
L’arresto del 17enne e il fratello: qualcosa non torna
Adesso, il 17enne deve rispondere di omicidio volontario e detenzione illegale di arma. Finisce in manette anche il fratello di 23 anni, che deve rispondere invece di detenzione illegale di arma. Mentre il minore è stato detenuto al Malaspina, il fratello maggiore si trova ai Pagliarelli.
Tuttavia, la confessione del 17enne non convince gli inquirenti che, secondo le loro supposizioni, potrebbe aver deciso di prendersi le colpe per coprire – probabilmente – il fratello. Assumendosi le responsabilità dell’omicidio di Lino Celesia infatti, il minorenne potrebbe beneficiare di una pena più lieve.
Le indagini
I dubbi degli investigatori sono alimentati dalla visione di tre video filmati dalle telecamere di videosorveglianza della discoteca. In uno si sentono i colpi di arma da fuoco, quelli che avrebbero raggiunto fatalmente Celesia. In un altro si vede la fuga generale della folla, mentre in un terzo si vedono delle persone che parlano animatamente commentando quanto accaduto.
Da questi filmati si sta tentando di ricostruire l’esatta dinamica del delitto. Oltre a stabilire chi ha premuto il grilletto, gli inquirenti stanno cercando di accertare il movente. L’ipotesi principale è che sia scoppiata una lite all’interno della discoteca.
Il prefetto di Palermo Massimo Mariani, ha commentato: “Trovo intollerabile che qualcuno vada in discoteca portando con se un’arma da fuoco e uccida un ragazzo. Questo fenomeno, che per sintesi viene chiamato mala movida, riguarda aspetti di degrado urbano comune alle grandi città e non può essere gestito per intero dalle forze di polizia ma bisogna creare le condizioni e le sinergie per tenerlo sotto controllo”. Si aspetterà l’autopsia per maggiori chiarimenti.